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Don Chisciotte, breve analisi di un capolavoro travisato

C’è un mito, o un luogo comune, che definisce Don Chisciotte pazzo, incapace di distinguere tra una nobildonna e una prostituta o di capire che un mulino a vento non è un nemico da sconfiggere con la lancia. Nell’immaginario collettivo il fido scudiero Sancio è generalmente considerato un realista, dotato di grande buon senso.

Leggendo il testo di Cervantes non ho assolutamente avuto questa impressione, anzi, il ‘cavaliere’ è descritto con elevate qualità e grandi idealità. Al contrario il suo scudiero appare come un gretto personaggio, interessato solo ai soldi e ai vantaggi personali. Mi sento un po’ ingannato dall’interpretazione popolare e penso che bisognerebbe riportare questi due personaggi alla interpretazione originale del loro autore.

Tra i numerosi brani che dimostrano la consapevolezza e l’idealità di Don Chisciotte ne riporto due che trovo particolarmente convincenti, tratti dal cap. 25 del Libro I:

Pazzo sono, pazzo devo essere, fin tanto che tu ritorni con la risposta d’una lettera con cui voglio mandarti a Madonna Dulcinea; e se questa risposta sarà quale è dovuta alla mia fede, subito cesseranno la mia follia e la mia penitenza; se sarà il contrario, diventerò pazzo da vero, e allora non sentirò più nulla; di modo che in qualunque maniera essa mi risponda, uscirò dal tormento e dal travaglio in cui mi avrai lasciato; e se mi porterai buone notizie, me le godrò rimanendo sano di mente, se cattive, non potrò soffrirne, perché sarò impazzito (…) Due cose sole più delle altre muovono ad amare, e sono la molta bellezza e la buona reputazione, e queste due cose si trovano al più alto grado in Dulcinea, perché nella bellezza nessuno l’agguaglia, e nella buona reputazione poche l’arrivano. Insomma io immagino che tutto quello che dico, è proprio in quel modo che dico, né più né meno, e la dipingo nella mia immaginazione come la desidero.

E’ difficile far diagnosi di pazzia dopo aver letto le parole che Cervantes mette in bocca al suo eroe. Al contrario sono numerosi i brani in cui Sancio appare come un personaggio ignorante e banale, uno di quelli che non cambieranno mai il mondo in meglio. Seguendo invece il ‘pazzo’ Don Chisciotte potremo vedere la realtà con occhi nuovi e sentire il desiderio di eliminare il male e le ingiustizie che ci circondano.