Risposta alla lettera dell’Associazione Famiglie Numerose.
(articolo pubblicato sulla Gazzetta di Parma il 28 ottobre 2012)
Ringrazio Alfredo Caltabiano per i quesiti che esprime, utili a sollecitare ulteriori riflessioni su un tema complesso e articolato.
Concordo senz’altro con l’osservazione espressa nella seconda domanda che pone in stretto legame diritti e doveri; coloro che si registrano rendono pubblico il loro legame affettivo e la loro convivenza e pertanto devono acquisire alcuni dei doveri delle coppie sposate, il primo dei quali è a mio avviso il cumulo reddituale, con tutto quello che questo comporta. La mancanza di una legislazione nazionale (come invece da diversi decenni beneficiano quasi tutti i Paesi europei) rappresenta il principale ostacolo ad una regolamentazione della materia nel suo complesso, così da rendere coerente ed equilibrato il rapporto diritti-doveri.
Non sono invece d’accordo con quanto si afferma nel terzo quesito, dove si distingue tra le famiglie tradizionali con figli e quelle cosiddette di fatto; le coppie non sposate con figli sono in crescente aumento e attualmente a Parma 1 bambino su 3 nasce da genitori non sposati. Ritengo che le politiche sociali debbano tutelare tutti i minori indipendentemente dal fatto che i genitori siano o meno sposati, incrementando il sostegno soprattutto alle famiglie numerose che oggi sentono maggiormente la crisi e la penalizzazione provocata dall’aumento delle tasse indirette (e a questo riguardo voglio sottolineare come l’associazione che Caltabiano rappresenta è davvero molto preziosa, pur accettando per statuto solo famiglie legate da vincolo matrimoniale).
Al quesito se era proprio necessario istituire il registro, rispondo che ritengo questa decisione utile per spingere ‘dal basso’ e stimolare il livello parlamentare ad una maggiore concretezza ed efficienza legislativa, così da porre l’Italia allo stesso livello delle altre nazioni.
Sarà comunque mio impegno e preoccupazione, per quanto mi compete, sollecitare la commissione al welfare affinchè quanto prima si affrontino i gravi problemi che assillano le famiglie di Parma, partendo proprio dal decalogo che durante la campagna elettorale la Consulta delle famiglie ha proposto ai candidati sindaco.
Alessandro Volta, consigliere gruppo PD