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Assopito dal rullare del treno, sente un fastidioso e metallico motivetto di Mozart.
Nel dormiveglia si compiace a pensare le povere ossa del grande compositore rigirarsi nella fossa comune…
Uscito da quel mezzo sonno si accorge invece che la stupida musichetta è quella del suo stupido telefonino.
Ancora assonnato invece di attivare la comunicazione sbaglia tasto ed entra nel menù; cercando di uscirne entra nella rubrica e nel nervosismo crescente comanda un invio per la zia Lina.
Per fortuna la zia è morta l’anno scorso, ma lui non ha ancora imparato a cancellare i numeri inutili dalla rubrica…fra qualche anno la sua rubrica sembrerà lo schedario dell’archivio storico comunale.
Cercando il tasto giusto mentalmente tenta di giustificarsi “io non lo volevo comprare, me lo hanno regalato a Natale”; intorno a lui gli altri passeggeri hanno letto nel suo pensiero e con lo sguardo annuiscono compatendo il suo impaccio.
“La tecnologia di oggi è un buon sistema per fare figure di merda”; anche questo pensiero viene facilmente letto dai presenti…meglio smettere di pensare e provare a rispondere alla chiamata.
La conversazione inizia con la domanda di rito di ogni telefonino “dove sei?”. Risposta di rito mentalmente “che té frega”, risposta verbale “sono in treno, torno a Firenze”.
“Anch’io sto viaggiando verso Firenze; sono sull’Eurostar delle 12.40…e tu ?”
“Che combinazione, sono anch’io sull’Eurostar delle 12.40”
“Scusa, ma in che carrozza sei ?”
“Io nella 8, e tu ?”
“Anch’io nella 8, nel posto 37 verso il corridoio”
“Non è possibile, nel 37 corridoio ci sono io”
“Ma va. Scusa ma tu chi sei ?”
“Chi vuoi che sia, sono Giovanni. Tu piuttosto…”
“Anch’io sono Giovanni”
“Ho capito, sei il mio alter ego…”
“Veramente sei tu il mio alter ego”
“Va bè, lasciamo perdere. Continuare questa conversazione mi sembra inutile”
“Sono d’accordo con te (o con me)”
“Stammi bene”
“Ci vediamo (al primo specchio)”
Dopo aver spento il telefonino si accorge che fortnatamente nessuno dei presenti aveva ascoltato la sua assurda conversazione; e la cosa è alquanto sospetta: generalmente i 54 passeggeri del vagone, dopo quattro ore di viaggio e 13 telefonate del signore grasso della terza fila lato finestrino, conoscono perfettamente i nomi e la storia di tutta la sua famiglia.
Gli viene il sospetto (plausibile) di aver sognato.
E’ facile verificare. Dopo aver premuto una dozzina di tasti inutili ed essere a fatica uscito dall’oroscopo della zia Lina, finalmente trova la memoria delle ultime chiamate – dieci minuti fa il suo telefonino ha ricevuto una chiamata dal suo telefonino, costo 2 euro – La memoria dell’apparecchio lo informa che finita la sua comunicazione il suo telefonino ha continuato a parlare col suo telefonino; costo della chiamata 2.3 euro…2.5 euro…2.8 euro…3 euro…3.4 euro……