Nel primo consiglio dell’anno non sono state discusse delibere di rilievo. Siamo in ritardo con il bilancio di previsione a causa della lentezza con cui il governo sta definendo le regole di finanza pubblica per l’anno appena iniziato: ne riparleremo tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. Nelle interpellanze iniziali si è parlato della gara per TEP, di gestione del palazzo del Governatore, di viabilità nel quartiere S. Leonardo, di Vele della Ghiaia, ma non è emersa nessuna novità rispetto a quanto già conoscevamo. Molte interrogazioni dell’opposizione nascono da segnalazioni di cittadini o di associazioni; il problema di fondo è che, dopo quasi due anni dall’insediamento di questa amministrazione, manca ancora uno strumento di partecipazione decentrata. I consigli di quartiere sono stati aboliti ormai da parecchio tempo e non sono stati sostituiti con nulla; dopo l’assemblea dei 500 (che erano in realtà poco più di 300) non si è visto più nulla, e anche la consulta che doveva dar voce ai cittadini stranieri resta solo una bella promessa.
La delibera che ha innescato un acceso dibattito ha riguardato il regolamento per disciplinare l’armamento del Corpo di Polizia Municipale. Questo documento, scritto dal comandante Verrusio prima delle dimissioni, colma una lacuna storica ma condiziona fortemente il tipo di funzione che si vuole dare ai nostri vigili. In pratica viene ufficializzata la prassi di svolgere ogni servizio con l’arma in dotazione (che viene presa in consegna in forma personale e gestita anche al di fuori dell’orario di lavoro). Poiché la sede attuale dei vigili non dispone di armeria, l’arma dovrà essere custodita presso il domicilio dei singoli agenti. Il rifiuto comporta un procedimento disciplinare con conseguente demansionamento. Il nostro gruppo ha votato contro: non condividiamo che il corpo dei vigili rappresenti l’ennesimo corpo militarizzato che opera in città (dopo carabinieri, polizia di stato e finanzieri), e nei nostri interventi abbiamo tentato di descrivere l’idea di vigile di quartiere (adesso si dice di prossimità) che riteniamo utile per la città.
La seduta è terminata con il voto favorevole (questa volta all’unanimità) alla proposta del presidente Vagnozzi di istituire un Centro Studi che sostenga l’amministrazione nel contrasto alle infiltrazioni mafiose. Questo organismo sarebbe costituito da alcuni esperti con il compito di analizzare e monitorare il fenomeno mafioso nelle attività pubbliche (appalti, gare, convenzioni), elaborando strumenti di prevenzione e controllo. Il gruppo di lavoro dovrà affiancare e completare quanto già sta facendo Libera in termini di promozione e informazione sul fenomeno della criminalità organizzata. Consulte di questo tipo sono già attive in altre città e la legge regionale n.3 del 2011 prevede finanziamenti per attivare progetti finalizzati.
Termino ricordando che, oltre alla diretta streaming, è attiva sul sito del comune la registrazione audio-video di tutte le sedute, con la possibilità di ascoltare anche a posteriori gli interventi dei consiglieri e della giunta; è presente un indice degli argomenti e dei singoli relatori così da permette di visionare agevolmente quello che interessa, senza inutile dispendio di tempo. Il link è: