Nel giugno 2012 scrissi un post intitolato ‘Tsunami 5 Stelle’ sulla vittoria del M5S a Parma In quell’occasione più che di vittoria del Movimento si trattò di una doppia sconfitta dei partiti tradizionali (a causa del commissariamento del nostro Comune nel 2011) e del Partito Democratico (che si era presentato con il candidato sbagliato) .
Un anno dopo alle elezioni politiche nazionali temevo che potesse realizzarsi qualcosa di simile (solo l’assenza del doppio turno e il sistema bicamerale ha potuto impedire un risultato analogo).
E’ per questo che sostenni attivamente Matteo Renzi al ballottaggio con Bersani. Conoscevo Renzi dai tempi del nostro comune impegno nello scautismo, ne apprezzavo la determinazione e il coraggio, la capacità comunicativa, lo stile diretto e trasparente, ma soprattutto le idee di rinnovamento (il termine rottamazione sarà pure non corretto, ma è sempre più pulito del vaffà di Grillo). Da tempi non sospetti Renzi proponeva le riforme istituzionali e i tagli dei costi della politica che alimentavano anche la protesta del M5S.
A marzo dell’anno scorso il movimento di Grillo era diventato l’ago della bilancia della politica italiana, e per venti giorni il povero Bersani tentò un’ accordo per realizzare le riforme che interessavano a entrambi gli schieramenti (e che il Paese chiedeva da tempo). In quei giorni compresi che il Movimento (ma bisognerebbe dire Grillo e Casaleggio) si nutriva di populismo, e puntava a sfasciare tutto per governare da solo e senza opposizione (in questo senso il parallelismo con il fascismo può considerarsi appropriato).
La responsabilità delle larghe intese, a mio parere, è principalmente di Grillo, e la medesima chiusura e irresponsabilità politica ha obbligato Renzi a negoziare la nuova legge elettorale con Forza Italia. I fatti di questi giorni, con l’occupazione goliardica e ‘liceale’ delle commissioni parlamentari, non mi stupiscono affatto: sono il segno più esteriore di un movimento capace solo di denunciare, ma incompetente nel governare (e governare in democrazia significa trovare soluzioni, condividerle, negoziarle e modificarle se necessario). Ritengo che le reazioni inconsulte e sopra le righe di questi giorni, con gli insulti sessisti alla Boldrini e i libri di Augias bruciati, non siano dovute alla questione Bankitalia, ma ai risultati concreti che Matteo Renzi sta rapidamente ottenendo (e tutto questo soltanto attraverso la vittoria delle primarie del PD).
I movimenti di denuncia hanno esclusivamente funzioni limitate e contingenti, oppure devono rassegnarsi a restare minoranza, come per tanti anni ha fatto il partito Radicale di Pannella. Nel mio piccolo, dopo due anni di consiglio comunale a Parma, posso testimoniare che gli assessori che sono nati nei comitati cittadini non sono in grado di amministrare, e di fatto la nostra giunta è diretta dagli assessori tecnici che non vengono dalle file del Movimento. Il gruppo di maggioranza, ipertrofico per merito del premio di maggioranza, è scarsamente propositivo e si limita ad approvare le delibere di giunta; di fatto i nostri consiglieri Cinquestelle sono tenuti uniti dalla protesta ai partiti tradizionali, ma di fronte a temi come quelli sui diritti o sugli immigrati si dimostrano divisi e lontani tra loro.
Matteo Renzi, con la sua segreteria, sta rinnovato profondamente il PD e sta dimostrando capacità politica, mi aspetto che una buona parte degli elettori del M5S sappia riconoscere questa opportunità e rinunci a sostenere un movimento che ha prodotto un utile tsunami ma che rischia di lasciare dietro di sé solo macerie e confusione. Le prossime elezioni europee saranno una buona occasione per verificare le profonde contraddizioni del M5S e riflettere a fondo sul ruolo economico, sociale e culturale che l’Italia vuole avere in Europa.