Dopo quasi un mese dalla seduta precedente (quella del 12 maggio dedicata ai servizi per l’infanzia) il 9 giugno sono ripartiti i lavori, ma nonostante il lungo periodo di inattività la giunta non ha presentato delibere di rilievo. Abbiamo votato favorevolmente al piano di unificazione dell’ASP di Parma con quella di Colorno, un atto dovuto sia per la direttiva regionale del 2013 che richiede un’unica azienda nel medesimo distretto sia per i vantaggi economici e organizzativi che questa unione dovrebbe produrre. L’amministratore unico Giorgi, presente in aula, ha rassicurato sulla continuità della gestione in entrambi i territori, nel rispetto della storia delle strutture coinvolte nel progetto. Nonostante l’attuale gestione di Asp Ad Personam abbia chiuso il bilancio in pareggio, resta intatto il tema dei debiti pregressi (4 milioni); su questo punto l’assessore Rossi ha commentato in maniera piuttosto vaga.
Il nostro Bizzi ha presentato l’importante legge di iniziativa popolare “Un’altra difesa è possibile”, promossa da numerose associazioni nazionali, che chiede di istituire un dipartimento per la difesa civile non armata e non violenta, dando la possibilità ai cittadini di contribuire devolvendo il 6 X mille dall’imposta annuale sui redditi. La mozione, presentata a inizio aprile, non è più attuale perché sono già scaduti i termini, ma Parma ha comunque contribuito con una efficace raccolta di adesioni (hanno raccolto firme i consiglieri Bizzi, Volta, Scarpino e Savani).
Segnalo l’interrogazione del nostro capogruppo Dall’Olio relativa alla proprietà delle reti di teleriscaldamento: un documento dell’ANAC le considera proprietà del Comune, mentre IREN le ascrive al proprio patrimonio. L’assessore Folli aprirà un tavolo di lavoro per risolvere la querelle; intanto abbiamo saputo che al termovalorizzatore sono collegate solo 4600 abitazioni, mentre il progetto del PAI prevedeva lo spegnimento di circa 50mila caldaie private.
La seduta successiva del 16 giugno è stata quasi interamente dedicata a discutere la richiesta di IREN di incrementare la quantità di rifiuti da bruciare da 130mila a 190mila tonnellate. Il voto del consiglio è stato unanime: si chiede al sindaco e al presidente della provincia di non autorizzare tale richiesta, mantenendo inoltre l’impegno assunto in sede di autorizzazione di non ricevere rifiuti da fuori provincia. Il dibattito si è allargato ad altri aspetti del tema dell’ambiente e della gestione dei rifiuti, e anche al rapporto tra il Comune e IREN. Su questi aspetti rimando all’articolo di Dall’Olio pubblicato sul suo blog (come sempre molto chiaro e ben documentato): http://nicoladallolio.it/?p=2475
l voto unanime è stato possibile per il lavoro prodotto dai capigruppo che hanno deciso di presentare un’unica mozione, sintesi di quelle depositate da Vagnozzi, Dall’olio e Ghiretti. Nonostante le importanti differenze di visione sull’impianto di Ugozzolo, su un tema così importante e delicato si è riusciti a procedere in maniera unitaria, mettendo da parte (per il momento) posizioni ideologiche che, dalla campagna elettorale ad oggi, hanno reso difficile una efficace politica dei rifiuti. A questo punto sarà molto importante verificare le decisioni che a breve adotterà la Regione per la gestione complessiva del problema.
Al termine della seduta è stata approvata la proposta delle minoranze di valutare la riapertura dell’impianto di compostaggio di Mezzani (ad oggi esportiamo l’organico a Carpi con elevati costi economici ed ecologi). Il consiglio si è anche espresso (se pur in maniera informale nell’ambito delle ‘comunicazioni’) sul tema della gara che dovrà affidare la raccolta dei rifiuti: c’è consenso su quanto da noi richiesto in passato di separare raccolta e smaltimento, procedendo con un affidamento in house per ritornare a una gestione diretta del servizio.