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Quattro consigli dedicati al bilancio di previsione 2016. A causa di una cattiva programmazione, al complesso tema del bilancio sono state aggiunte importanti delibere che avrebbero richiesto più tempo e momenti dedicati; in particolare i due regolamenti su accesso e tariffe per i servizi educativi, andate in discussione il 18 in piena notte alla fine di una seduta durata 9 ore.

Come qualcuno ricorderà, il bilancio di previsione 2015 è stato votato il 30 luglio di quest’anno, in grande ritardo rispetto ai tempi canonici; a distanza di pochi mesi ci troviamo il previsionale del 2016 con la legge di stabilità del governo non ancora approvata. All’inizio dell’anno la situazione economica del Comune era considerata disastrosa, al punto che l’assessore Rossi decise di non attivare il bando per il servizio integrativo scolastico dei disabili, mentre l’assessore Ferretti teneva interviste elencando i servizi che era costretto a tagliare. A distanza di pochi mesi questa fitta nebbia si è miracolosamente dissolta e ci troviamo con un previsionale che garantisce tutti i servizi del welfare, trovando anche risorse per alcuni investimenti. Cosa è successo nel frattempo? Nulla di sostanziale. Evidentemente le dichiarazioni dei primi mesi dell’anno erano strumentali e finalizzate soltanto a criticare la politica del governo, e probabilmente, con l’avvicinarsi del termine del mandato, si inizia a sentire odore di campagna elettorale.

Le sedute del 14 e del 15 sono state interamente dedicate alla discussione del bilancio. E’ questa l’unica occasione dell’anno nella quale i consiglieri hanno 20 minuti per i loro interventi, con la possibilità di sviluppare analisi più ampie e articolate. Durante il dibattito si sono udite  riflessioni interessanti, ma la presenza della giunta è stata scarsa, saltuaria e distratta. Soltanto nella seduta del 10 la squadra del governo cittadino era al completo e ogni assessore è intervenuto per magnificare i successi e i progetti del proprio settore. Normalmente è nell’ultima discussione, dopo gli emendamenti prima del voto finale, che l’assessore al bilancio (a nome della giunta) replica agli interventi dei consiglieri, difendendo con motivazioni sia tecniche che politiche la propria proposta, sintetizzando la visione amministrativa che si è scelto di dare alla città per il prossimo anno. La novità di quest’anno è che la replica non c’è stata, perché il sindaco ha deciso che si tratta di un ‘teatrino’ inutile; in pochi minuti ha quindi chiuso la discussione ripetendo quando detto nella seduta del 10, e cioè che il bilancio del 2016 è all’insegna della “inclusione, sostenibilità, equilibrio e attrattiva”. Non era mai successo che al termine della seduta per votare il bilancio di previsione e il programma di investimento delle opere pubbliche del prossimo triennio, l’assessore al bilancio (Ferretti è docente di economia amministrativa presso il nostro ateneo) non aprisse bocca, abdicando per obbedienza politica alla propria funzione di esperto e di responsabile del settore finanziario. Nel suo breve e inutile intervento il sindaco Pizzarotti ha dato a tutti una lezione di retorica e di demagogia, annullando di fatto due giorni di discussione e snobbando il duro lavoro dei consiglieri, che per elaborare le loro analisi hanno dovuto leggersi diversi volumi zeppi di numeri e commenti. In politica il metodo è sostanza: questo atteggiamento arrogante del sindaco non offende solo i gruppi di opposizione, ma umilia  la sua stessa maggioranza, che continua a subire decisioni calate dall’alto, incapace di formulare indirizzi politici. Dopo quasi quattro anni possiamo affermarlo con sicurezza: il problema di questa amministrazione è proprio il gruppo di maggioranza cinquestelle, decisamente non all’altezza del compito amministrativo affidatole con il voto del 2012; è la dimostrazione evidente che un semplice gruppo di cittadini, privi di qualunque esperienza e armati soltanto di buone intenzioni, non è in grado di gestire una città complessa come Parma.

Dei dieci ordini del giorno presentati (per proporre modifiche al bilancio), nove sono stati della minoranza e di questi sei sono stati portati dal nostro gruppo (per tre abbiamo ottenuto l’approvazione delle maggioranza). Non rubo spazio a questo lungo resoconto facendo l’elenco delle proposte di modifica perché è possibile scaricarle dal sito del partito. Preferisco elencare i punti del bilancio sui quali abbiamo espresso critiche. Sul capitolo delle entrate, il dato più eclatante riguarda lo scarso risultato nel recupero dell’evasione e nei finanziamenti da progetti europei (dalla UE riceviamo 39mila euro, quando a Reggio Emilia in 5 anni sono riusciti ad avere finanziamenti per 16 milioni di euro). Anche il prossimo anno la tassazione continua a restare ai massimi livelli consentiti dalle normative nazionali; questo indebolisce in particolare il ceto medio (soprattutto le famiglie giovani con figli), come ben descritto da un recente documento del Censis. Le voci relative alle tariffe e alle agevolazioni per i servizi a domanda individuale (cioè rette degli asili e delle mense scolastiche) rappresentano un ulteriore carico sulle spalle delle famiglie. Alla fine il bilancio del Comune di Parma, oltre che dalla tassazione, è sostenuto dalle sanzioni al codice della strada (siamo arrivati a 12 milioni) e dai dividendi delle azioni Iren.

L’altra importante critica al bilancio riguarda il metodo con il quale è stato prodotto: non c’è stata alcuna  partecipazione dei cittadini né delle organizzazioni e delle forze produttive e sociali presenti in città. Non sono stati coinvolti neppure i consigli dei cittadini volontari, fortemente voluti dall’amministrazione. Il nuovo Statuto approvato nel 2014 prevede il bilancio partecipato, e un nostro odg, approvato a luglio di quest’anno, prevedeva il parere vincolante dei consigli di quartiere: la palese incoerenza rispetto al programma elettorale viene estesa alle stesse deliberazioni assunte in consiglio comunale. Ricordiamo che sulla partecipazione e sulle forme di democrazia diretta, la vicesindaco Paci ha utilizzato oltre tre anni di mandato per un percorso che poteva essere attivato già all’inizio del 2013 (a marzo di quell’anno infatti avevamo presentato proposte concrete e immediatamente attuabili sia per la partecipazione nei quartieri che per quella degli immigrati residenti). Ma la vera politica sulla partecipazione dei cinquestelle è ancora più evidente nella scandalosa vicenda del referendum sull’esternalizzazione delle gestione degli asili: alla richiesta del comitato di cittadini è stata data risposta dopo 7 mesi (anziché i regolari 30 giorni), quando ormai il bando è già stato espletato e il servizio affidato; a luglio avevamo presentato un emendamento per sospendere questo affidamento in attesa dell’esito del referendum, ma la maggioranza ha ubbidito senza fiatare agli ordini del capo bocciando la nostra proposta.

Sul versante delicatissimo delle partecipate e dei relativi debiti, prosegue il piano di salvataggio deciso dal commissario Ciclosi, perfezionato dall’assessore Capelli e ulteriormente gestito dall’attuale assessore. Ma su STT e Parmainfrastrutture è con la vendita di azioni Iren (e quindi con la perdita di patrimonio) che si riesce a mettere in sicurezza i bilanci. Ad oggi inoltre manca un piano strategico sulla mobilità, il piano strutturale (PSC) è ancora quello di Ubaldi, il welfare di comunità è solo una dichiarazione di intenti, gli interventi sulla cultura sono privi una strategia unitaria. Velocemente ricordo che in questo giorni di impegni a tappe forzate (ci sono state anche numerose commissioni dove sono stati presentati i bilanci delle società partecipate), si è discusso di altri importanti e delicati settori della vita cittadina, come la modalità di raccolta dei rifiuti e il bando per la gestione del trasporto pubblico.

Per chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui, termino con gli auguri di Natale, usando una riflessione che scrissi nel 2010, ispirandomi al mio lavoro con mamme e neonati:

A Natale ricordiamo che Dio ha voluto farsi uomo, anzi bambino, anzi feto.

L’Onnipotente vive per nove mesi avvolto dal corpo e dall’amore di una donna.

Per dare all’umanità la luce Egli inizia venendo alla luce.

Dio inizia la sua esperienza umana guardando il volto di una mamma.

Colui che ha creato la vita ora beve questa vita dal seno di una madre.

A Natale il nostro Dio si fa piccolo e chiede di essere preso in braccio e cullato.

Il miracolo dell’incarnazione si realizza ogni giorno

nelle mamme e nei neonati del mondo.