UN SECOLO DI SCAUTISMO
(articolo pubblicato su Vita Nuova, 2007)
A fine luglio 19 scout di Parma voleranno a Londra per unirsi ad altri 40000 guide e scout provenienti da circa 250 nazioni. E’ il Jamboree, l’incontro internazionale che dal 1920 si tiene in diverse parti del mondo. Quello di quest’anno è il 21° e festeggerà i cento anni dalla nascita dello scautismo avvenuta nel 1907.
Quando all’inizio del ‘900 il generale Baden-Powell crea questo metodo educativo, il suo obiettivo è di aiutare i ragazzi inglesi a sviluppare carattere, salute fisica, competenze manuali, spirito di servizio (o senso civico, come si diceva allora). Nell’arco di pochi anni però lo scautismo si diffonde in numerose nazioni con una modalità del tutto spontanea e in modo così rapido e capillare da suscitare stupore nel suo stesso fondatore.
I comuni valori e i medesimi simboli (rappresentati soprattutto dalla Legge e dalla Promessa) diffusi tra ragazzi di luoghi, culture e religioni differenti, rendono concretamente praticabile una fratellanza internazionale molto preziosa nel clima nazionalistico del XX secolo. In realtà il movimento scout non si è dimostrato capace di influire sulle guerre mondiali né sulle dittature che le ispirarono; in risposta alla violenza della prima guerra mondiale Baden-Powell organizza nel 1920 il primo Jamboree radunando 8000 ragazzi provenienti dal 21 nazioni, molte delle quali fino a pochi anni prima in guerra tra loro.
Negli ultimi venti anni della sua vita B.P. (così lo chiamano gli scout) matura ideali pacifisti e stimola il movimento ad un concreto impegno per la pace, la solidarietà, la cooperazione (anche il dialogo interreligioso è oggetto delle sue riflessioni); nel periodo tra le due guerre svolge un ruolo attivo nella Lega delle Nazioni e nel 1939 è candidato al Nobel per la pace, ma lo scoppio del secondo conflitto mondiale determina la sospensione del premio in quegli anni (Baden-Powell muore nel 1941 all’età di 84 anni).
Il motto del Jamboree di quest’anno è ‘Un mondo una promessa’, per ricordare che la Promessa rappresenta un’occasione di unità mondiale per i 40 milioni di scout attualmente in attività, ma anche per i circa 400 milioni che nell’ultimo secolo hanno vissuto questa esperienza.
La Promessa è pronunciata da ogni scout quando decide di ‘giocare’ questa avventura (normalmente verso gli 8-9 anni); è un impegno solenne a ‘fare del proprio meglio’ per aiutare gli altri in maniera proporzionata alla propria età e alle proprie possibilità (dalla Buona Azione al Servizio).
Lo scautismo è un metodo di educazione attiva (in parte ispirato alle intuizioni pedagogiche di Rousseau), e fa leva sulla adesione volontaria del singolo ragazzo all’impegno in attività divertenti e avventurose, svolte prevalentemente a contatto con la natura.
Per Baden-Powell ogni ragazzo possiede dentro di sé un potenziale positivo che può svilupparsi ed esprimersi in presenza di un contesto adeguato; secondo questa concezione è l’educazione dell’individuo a formare la società e non viceversa, ed è ‘facendo il bene che si diventa buoni’.
Una particolarità del metodo scout è la possibilità che i ragazzi interagiscano tra loro in maniera ‘educativa’, attraverso lo strumento del piccolo gruppo (le pattuglie o squadriglie); è previsto infatti che 7-8 ragazzi svolgano attività insieme, dividendosi i compiti e lavorando per un obiettivo comune, a volte in competizione con altre squadriglie. Ogni gruppo è formato da ragazzi con una differenza di età limitata a pochi anni (non superiore a quattro), in maniera che i ‘grandi’ si preoccupino dei più giovani e questi possano imparare dai ragazzi con maggiore esperienza. Diventa così possibile educare alla responsabilità attraverso l’esercizio della responsabilità, in un processo di auto e co-educazione, che utilizza il gruppo per promuovere la crescita del singolo.
Le squadriglie dei ragazzi sono autogestite e al loro interno ogni componente possiede incarichi specifici; l’insieme di più squadriglie costituisce il Reparto che è condotto da capi adulti (preferibilmente giovani-adulti, così da mantenere con i ragazzi un rapporto da fratelli maggiori). Il capo infatti porta i calzoni corti per far capire ai ragazzi che è disposto a condividere il loro mondo; il capo, nello scautismo, è soltanto un facilitatore delle attività, colui che fornisce ai ragazzi occasioni per fare esperienze divertenti e avventurose, portando però la propria testimonianza di scelte e di valori.
In questo modo l’attività scout sviluppa quello che è stato definito un esercizio di vita (quasi una metafora della vita reale), dove i ragazzi si allenano a diventare grandi, sperimentando insieme quanto servirà per diventare adulti responsabili in grado di dare alla società il loro personale contributo.
Lo scautismo, fin dalle origini, ha sviluppato un ricco linguaggio simbolico, che per tutto il secolo passato ha continuato a tramandarsi nelle generazioni che si sono succedute, arricchendosi e modulandosi nelle diverse culture di appartenenza. Anche l’ampio utilizzo della narrazione (in particolare l’ambiente della giungla per i lupetti e l’ambientazione dei giochi e dei fuochi serali per gli esploratori) rappresenta una precisa e consapevole scelta educativa: attivando la componente emotiva dei ragazzi è possibile ottenere un efficace coinvolgimento cognitivo (e quindi un apprendimento esperienziale profondo).
A Parma lo scautismo si sviluppa nel 1915 in forma laica, mentre nel 1924 si formano i primi gruppi di scout cattolici, prima in provincia (Borgotaro, Noceto, Fontevivo,) e poi in città. La diffusione all’interno delle parrocchie è particolarmente rapida, anche per merito del Vescovo Conforti e di altri coraggiosi sacerdoti che intuiscono le potenzialità di questo metodo educativo nonostante le origini protestanti del fondatore.
La prima presenza pubblica degli scout cattolici nella nostra città avviene durante i funerali di Padre Lino. Una foto storica, visibile nel convento dell’Annunziata, raffigura tre scout dell’ASCI che vegliano la salma del ‘francescano dei poveri’ assieme a due miliziani fascisti armati di moschetto. Foto storica e profetica, infatti dopo soli quattro anni, nel 1928, il regime decreta lo scioglimento delle associazioni scout per evitare competizioni con l’Opera Nazionale Balilla. Neppure l’intervento del Pontefice riesce ad evitare questa azione di forza, che ha però il merito di stimolare un fertile e avventuroso scautismo clandestino per il lungo periodo della dittatura fascista.
Dopo la guerra i gruppi scout si ricostituiscono in tutta Italia ed anche a Parma le attività riprendono con intensità ed entusiasmo. Intorno agli anni ’50, sono presenti due associazioni scout cattoliche differenti, quella maschile (ASCI) e quella femminile (AGI). Dopo gli anni della contestazione giovanile, lo scoutismo anziché indebolirsi vede rafforzare i propri valori e i propri obiettivi. Nel 1974 le due associazioni si uniscono a formare l’attuale AGESCI; l’educazione congiunta di ragazzi e ragazze viene considerato un valore prezioso e necessario per rispondere ai cambiamenti della società.
La nascita dell’AGESCI è l’occasione per una riorganizzazione della struttura associativa, in particolare per definire i compiti e lo spirito della Comunità dei Capi, che ancora oggi rappresenta l’ambito della corresponsabilità educativa e della organicità della proposta. Uno dei principali compiti della Comunità Capi è l’elaborazione del progetto educativo (generalmente con durata triennale), dove sono contenuti gli indirizzi educativi che si ritiene di dover sviluppare a seguito dell’analisi dei bisogni dei propri ragazzi e dello specifico contesto nel quale il singolo gruppo opera.
Mentre ogni gruppo scout possiede un proprio specifico progetto educativo, i capi dell’AGESCI fondano invece la loro azione educativa ispirandosi ad un comune documento, il Patto Associativo (elaborato una prima volta nel 1974 e successivamente aggiornato e rivisitato). Questo importante documento traccia le idee e i valori di base nei quali si riconoscono i capi educatori dell’associazione; sono sviluppate le tre scelte fondamentali: quella scout, quella religiosa, quella politica (per chi fosse interessato il testo può essere scaricato al seguente indirizzo: http://www.agesci.org/index.php?dnd_path=17&dnd=19).
A Parma attualmente l’AGESCI comprende circa 1700 iscritti (300 dei quali sono capi), suddivisi in 16 gruppi (8 in città e 8 in provincia). I gruppi scout sono tutti inseriti in una parrocchia e in ogni gruppo è presente un assistente ecclesiastico nominato dal Vescovo.
La catechesi è parte fondamentale del metodo scout e i momenti di riflessione e di spiritualità sono normalmente inseriti nelle comuni attività con modalità che tengono conto dell’età e delle capacità dei ragazzi. La scoperta e l’esperienza di Dio è generalmente ottenuta attraverso il rapporto con la natura, con i momenti di preghiera comunitari, l’esperienza di servizio, il cammino (la Strada) e il silenzio. Anche per l’ambito religioso lo scautismo cerca di procedere proponendo al ragazzo esperienze dirette e concrete, integrando in un momento successivo la riflessione e l’elaborazione di quanto vissuto.
Dopo un secolo di storia possiamo constatare che il metodo e i valori scout si sono mantenuti intatti nonostante i grandi cambiamenti che hanno attraversato il XX secolo; per questo riteniamo di poter affrontare con ottimismo e fiducia le sfide educative che il futuro proporrà alle nuove generazioni.
La proposta scout rappresenta una risposta agli eterni bisogni dei ragazzi: bisogno di gioco e di avventura, bisogno di vivere esperienze forti con i coetanei, voglia di impegnarsi, di essere protagonisti e responsabili della propria crescita, desiderio di un ruolo attivo nella società.
La nostra azione educativa ha l’ambizione di canalizzare le energie e le pulsioni positive che i ragazzi di ogni tempo hanno sempre cercato di esprimere; in molte occasioni è stato il mondo degli adulti a rimanere sordo e insensibile a questi segnali. I cambiamenti rapidi della attuale società, con le crescenti distanze tra le generazioni, richiedono un’azione attenta per fornire ai giovani strumenti efficaci per costruire il futuro.
Nella società del futuro forse il problema non saranno i giovani e i bambini, ma gli adulti, in costante ricerca di soddisfazioni sempre più materiali e illusorie, incapaci di meraviglia e di speranza.
Gli scout sono convinti che sia sufficiente un po’ di impegno e di ottimismo per ‘lasciare il mondo un po’ migliore di come lo si è trovato’; qualcuno considera questa visione della vita troppo idealistica e utopistica, noi invece crediamo che un mondo migliore è davvero possibile e che possiamo cominciare proprio adesso, con allegria.
BOX
Il cammino scout è suddiviso in 3 periodi:
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il Branco, dove i bambini e le bambine dagli 8 ai 12 anni vivono l’ambiente della Giungla di Kipling (o del Bosco nei gruppi delle Coccinelle)
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il Reparto, dove ragazzi e ragazze dai 12 ai 16 anni, suddivisi in squadriglie, vivono attività e imprese da loro scelte e gestite insieme ai loro capi
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il Clan/Fuoco, dove giovani tra i 16 e i 20 anni svolgono esperienze di servizio e si confrontano su tematiche esistenziali e di attualità
La Partenza segna il termine della proposta scout, da quel momento lo scout si impegna a realizzare nella società le scelte e i valori maturati nel corso della crescita. Alcuni scout decidono di mettere a disposizione dei più giovani il loro tempo e le loro competenze e iniziano il cammino formativo per diventare capi (occorrono circa 3-4 anni).
Notizie dettagliate sullo scautismo a Parma, dalle origini ai giorni nostri, sono reperibili nel volume ricco di testi e di immagini ‘La lunga traccia’ curato da Giancarlo Gonizzi in occasione dell’80 anniversario celebrato nel 2004.
I libri di Baden-Powell che meglio chiariscono il metodo scout e i valori proposti sono: Scautismo per ragazzi, Il libro dei capi, La mia vita come un’avventura, Taccuino editi dalla Nuova Fiordaliso.
Un testo che presenta in maniera divulgativa ma esaustiva la pedagogia scout (e quindi molto adatto ai genitori, agli insegnati e agli educatori interessati) è Pedagogia scout di Pranzini e Bertolini.
I testi citati sono acquistabili a Parma presso la libreria Fiaccadori o la rivendita scout in via Barilli.
ll sito ufficiale dell’AGESCI contiene molte informazioni sia per gli scout che per i genitori e gli educatori; l’indirizzo è www.agesci.org
Alessandro Volta
Responsabile AGESCI zona di Parma