PERCHE’ CANTARE I SALMI
“Noi siamo dei liuti, tu sei l’artista;
noi siamo dei flauti, ma il soffio è tuo, Signore:
noi siamo dei monti, tua è la eco…
vorrei farmi voce della creazione e del vento; voce del silenzio;
voce della mia stessa chiesa, già essa musica in pietre:
una chiesa millenaria, armoniosa ed essenziale.
E’ la musica che fa la chiesa, in tutti i sensi, musica che fa umanità”.
(D.M.Turoldo)
La “parola” può risuonare, la “parola” può essere percepita, solo perché risuona nel silenzio.
La parola può risuonare solo provenendo dal silenzio e nel silenzio, solo vibrando dentro il silenzio.
La Parola che viene dal silenzio è Dio stesso.
Così in Cristo ogni cosa è stata creata, dal silenzio.
Anche la creazione dell’uomo e della donna in Cristo, dal silenzio.
Ora il cammino del canto è il cammino della creazione in Cristo.
Ed essendo là nella creazione, all’inizio,
il cammino del canto è dentro di noi, fa parte di noi, dal tempo della creazione.
E’ questo silenzio che va accolto, soprattutto va rispettato nel suo formarsi.
Non nasce canto se non da questo silenzio:
“Il silenzio è il grembo dal quale ogni suono proviene”.
Cristo è la Parola con la quale il Padre ha rotto il suo lungo silenzio e si è manifestato agli uomini.
Per fare cantare non bisogna intonare dei canti, ma bisogna percorrere la strada del silenzio.
E’ la lunga educazione al silenzio che forma la cassa di risonanza del canto.
Il canto cristiano non sta all’inizio, sta sempre “dopo”:suppone un cammino.
Non possiamo pensare che, perché intoniamo un canto e tutti ci seguono cantando,
si stia cantando.
Il canto nasce quando la vita è troppo piena di amore, carica di esperienza,
di tempo vissuto in una relazione personale profonda.
Il canto nasce dallasovrabbondanza della vita ricevuta nell’attesa silenziosa di Dio.
Il canto nasce da questa esperienza impregnata di amore.
E dunque non possiamo pretendere di vivere il canto, senza gli elementi del canto!
Il silenzio e la Parola: se li coniughiamo insieme divengono in noi ascolto.
Ed è la Parola che genera il suono.
Il canto perché le parole sono troppo povere per annunciare ciò che non è possibile dire.
Il canto per dire che la Parola non può essere totalmente compresa.
Quando parliamo, cerchiamo di afferrare con la comprensione il contenuto di cui parliamo:
quando cantiamo abbandoniamo la mente, lasciamo libero il cuore di andare a rifugiarsi dove più lo Spirito lo spinge.
Il canto comeespressione della nostra impossibilità di descrivere Dio,il canto per dichiarare che Dio è ineffabile, che nessun nome lo può contenere e descrivere.
E allo stesso tempo non lo si può tacere: e siamo costretti a cantare!
Gesù di Nazareth, figlio di Maria e Giuseppe, ha imparato i suoni della sua lingua e ha imparato a recitare i Salmi, secondo il ritmo della sinagoga di Nazareth.
Ha cantato con le parole e i toni del popolo di Israele gli stessi Salmi che noi oggi cantiamo.
Cantate al Signore un canto nuovo,
la sua lode nell’assemblea dei fedeli (Sal. 149,1)
“Siamo stati esortati a cantare al Signore un canto nuovo.
L’uomo conosce il canto nuovo. Il cantare è segno di letizia e anche espressione di amore.
Colui dunque che sa amare la vita nuova, sa cantare anche il canto nuovo.
Che cosa sia questa vita nuova, dobbiamo saperlo in vista del canto nuovo.
Infatti tutto appartiene ad un solo regno: l’uomo nuovo, il canto nuovo, il testamento nuovo.
Perciò l’uomo nuovo canterà il canto nuovo e apparterrà al Testamento nuovo.
Ecco, tu dici, io canto. Tu canti, certo, lo sento che canti. Ma bada che la tua vita non abbia a
testimoniare contro la tua voce.
Cantate con la voce, cantate con il cuore, cantate con la bocca, cantate con la vostra condotta.
Il cantore diventa egli stesso lode del suo canto.
Volete dire le lodi a Dio? Siate voi stessi quella lode.
(dai Discorsi di Sant’Agostino)
(appunti tratti liberamente da testi di don Guido Pasini)
Il linguaggio dei salmi è poetico ed evocativo, non spiega nulla, ma cerca di aprire una via…
Per questo tipo di preghiera occorre una modalità espressiva particolare, situata tra il canto e la parola; questa modalità è la cantillazione.
La cantillazione è utilizzata quando il canto è troppo e la parola è troppo poco.
Rispetto alla voce cantata, la cantillazione è una “masticazione” della Parola; è meditativa e impressiva e la voce è contenuta; le consonanti, le pause e gli stacchi vengono posti in risalto; tentadi aprire una via attraverso una vibrazione del corpo; vuole essere allo stesso tempo semplice e profonda.
La melodia dei salmi solitamente utilizza poche note (4 o 5), accentando in ogni strofa le vocali segnate in grassetto; generalmente la melodia scende al penultimo accento. E’ importante accordarsi anche sulle pause al fine di rendere il ritmo uniforme; la comunità così prega e respira all’unisono.