Ben tre sedute in stecca. E tutte e tre dense e importanti.
Il primo Consiglio del 2013 è stato monotematico sul Termovalorizzatore/Inceneritore (e su questa differenza semantica si potrebbe scrivere un libro). I giorni che hanno preceduto la seduta sono stati molto ‘caldi’ a causa degli interventi del Comitato Gestione Corretta Rifiuti e il relativo tentativo di dettare agenda ed esperti (mentre non è il Consiglio Comunale, ma la Commissione preposta il luogo istituzionale nel quale si devono acquisire pareri e consulenze). In questa occasione gli invitati sono stati quelli istituzionali, e cioè l’amministratore di IREN, il direttore di Atersir, un responsabile ambiente della Regione e l’assessore provinciale Castellani; c’era anche Villani, vicepresidente IREN e rappresentante del nostro Comune (nomina Vignali).
Non posso relazionare le 7 ore di dibattito, però alcune considerazioni le ritengo necessarie e importanti. Come prevedibile l’impianto, ormai terminato, aprirà fra pochi mesi, e tutte le promesse elettorali del M5S si confermano poco credibili e piuttosto superficiali (ricordo la serata al Paganini dove l’allora ancora-non-assessore Folli mostrava slide con soluzioni avveniristiche facili ed evidenti, perchè per lui era solo questione di volontà). Le relazioni dei due assessori, Castellani e Bortone (Provincia e Regione) hanno mostrato con chiarezza ed efficacia i rispettivi piani per la gestione rifiuti del nostro territorio: per oltre 10 anni Parma ha spedito ad altre province i propri rifiuti (circa 1 milione di tonnellate di rifiuti che sono stati bruciati o stoccati in discariche prevalentemente del Reggiano) ed è venuto il momento di tenerceli in casa, magari riducendone la quantità (adesso siamo sotto il 50% di differenziata e secondo il piano del nostro assessore solo fra 3 anni arriveremo al 70%). La maggioranza ha marcato duro l’amministratore Viero, ma senza molto successo (le risposte alle domande, spesso polemiche, sono state sempre pacate e puntuali). Nel mio intervento a fine seduta ho proposto di chiudere la ‘crociata’ (ormai persa) per impedire l’attivazione dell’impianto, e procedere concentrandoci sul monitoraggio ambientale e sanitario. L’aspetto dei controlli è materia sulla quale possiamo chiedere garanzie e investimenti; le diverse misurazioni e verifiche possono essere svolte in varie forme e con livelli di qualità e di dettaglio molto variabili. Il nostro territorio presenta inoltre altri importanti fattori di pressione ambientale e per una diversa politica dell’aria occorrono interventi sul traffico e sui carburanti verdi, oltre che azioni sugli impianti di riscaldamento più vecchi e inquinanti (a questo proposito ritengo che i tempi indicati da Viero per collegare il forno alle abitazioni, e spegnere circa 50mila caldaie, dovrebbero/potrebbero essere decisamente accorciati). Se vogliamo un’alternativa all’inceneritore, e arrivare a spegnere il forno fra un po’ di anni, dobbiamo cominciare fin da ora a progettare strumenti alternativi, ma l’assessore Folli deve procedere collaborando fattivamente con la Provincia, rinunciando all’abituale atteggiamento oppositivo. Manca anche un serio progetto per ridurre a monte la produzione di rifiuti: occorre arrivare velocemente ad applicare la tariffazione puntuale e smettere di misurare quanto si raccoglie invece della quota effettivamente riciclata.
Il giorno successivo sono stati presentati, e discussi, i piani industriali della maggior parte delle società partecipate del nostro comune. Come è noto queste società sono state create per aggirare il patto di stabilità del governo e accedere a crediti bancari spropositati (grazie al Vignali sindaco-imprenditore). L’assessore Capelli ha quindi deciso di liquidare qualcosa, ma in generale tenta improbabili salvataggi attraverso prestiti e vendita/svendita di patrimonio (sostanzialmente si utilizzano i resti del fondo ex-metro e le azioni Iren, delle quali perderemo dividendi, oltre al controllo della Società). Su alcune delibere abbiamo votato contro (Infomobility, IT.City, Engioi); c’è stato invece consenso su Parma Gestione Entrate e sul piano di Ade. Anche sul nuovo piano di gestione/salvataggio della Fondazione Teatro Regio abbiamo votato favorevolmente (finalmente si è cambiato pagina, anche se molto resta ancora da fare). A inizio seduta il Consiglio ha votato all’unanimità il nuovo Regolamento di controllo dei servizi predisposto dal Segretario Generale.
La settimana si è chiusa l’11 gennaio con la discussione del piano industriale di STT, l’holding che raggruppa 8 partecipate, tutte in perdita con livelli di debito variabile, ma che sommato arriva a 400 milioni di euro (sì, avete letto bene). A questo debito deve essere tolto il patrimonio, ma restiamo comunque sempre su cifre enormi. Il tema STT è stato definito dall’assessore Capelli “difficile, complesso, compromesso”, traduzione: un casino. Da qualunque lato lo si affronti non si riesce a trovare una soluzione decente e accettabile per le casse del Comune e la città deve esserne consapevole; è tutto in mano alle banche. E’ evidente che la stazione e la Scuola per l’Europa devono essere terminate; i creditori poi devono essere pagati, ma SPIP è in concordato preventivo e da sola ha 100 milioni di passivo. Tutto questo ha un prezzo altissimo per Parma e per lo sviluppo futuro della città: per noi è stato un voto contrario.
Concordo con te che, per il problema rifiuti, a questo punto non resti da un lato che un monitoraggio moilto attento, fiscale, il più approfondito possibile e dall’altro una seria politica sulla raccolta (differenziata, tariffazione puntuale…). Per il bilancio la situazione è complessa. Un punto da valutare è : questi debiti li deve pagare tutti la città ? Chi ha sbagliato non deve pagare ? chia ha “mangiato non deve rispondere ? “Un altro punto : è possibile ricorrere al meccanismo “preconcorsuualke salva-comuni” ipotizzato a livello nazionale anzicchè affidarci alle trattative rpivate con le banche ? Tuttavia va dato atto, come idea di fondo, che questa giunta ha un compito difficilissimo e che assolutamente vuole evitare il fallimento del comune con ripercussioni enormi sul personale e sui creditori non bancari. Per inciso, va assolutamente ridiscussa la questione di 22 milioni con Pizzarotti imprenditore per la mancata metro : mi sembra una cifra assurda !! Corrado
grazie che ci fai conoscere da vicino ciò che succede nella nostra città.
porterò a conoscenza il tuo blog tra gli amici