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consumo di suolo, decentramento, democrazia diretta, M5S, mobilità elettrica, Partecipazione, percorso nascita, politiche abitative, polo socio-sanitario
Il 30 maggio l’assessore Rossi ha presentato il protocollo d’intesa sul Percorso Nascita stipulato con l’Azienda Sanitaria, l’Azienda Ospedaliera e gli altri Comuni del Distretto. Ho notato che la stampa locale non ha neppure minimamente accennato al confronto che abbiamo avuto in aula su questo tema; è proprio vero che i neonati non votano e non hanno un sindacato che li rappresenta, infatti in Italia per maternità e infanzia investiamo solo l’1% del PIL (in Danimarca oltre il 5%) e nella UE siamo al 1° posto per la spesa sociale a sostegno degli anziani, mentre ci collochiamo al 22° per le risorse destinate a minori e famiglie. Il protocollo presentato riprende progetti già attivi da oltre 10 anni e rinforza importanti sinergie, promuovendo una vera integrazione socio-sanitaria. La delibera valorizza e rende più ufficiale l’azione preziosa di alcune associazioni di volontariato che da molti anni lavorano in silenzio e con professionalità; merita citarle una ad una: Futura, Colibrì, CAV, Famiglia Più, e quelle che gestiscono i Laboratori Famiglia. Coloro che non hanno ancora deciso a chi devolvere il 5Xmille hanno solo l’imbarazzo della scelta. Questo progetto si occupa di gravidanza, nascita, puerperio, allattamento, sostegno alla genitorialità, prevenzione dei disturbi emozionali e delle fragilità famigliari. Il voto del consiglio ovviamente è stato unanime.
C’è stata concordanza di vedute anche sulla delibera relativa al Piano Straordinario per l’edilizia pubblica e sociale. La lista d’attesa è lunga e i bisogni impellenti, si sono quindi riattivati alcuni cantieri fermi da circa un paio d’anni e sono state apportate modifiche progettuali per riconvertire alcuni appartamenti di piccole dimensioni rendendoli adatti anche a famiglie con più figli. La gestione viene passata ad Acer per rendere più efficaci le assegnazioni e le manutenzioni.
La seduta si è chiusa con molte polemiche e contrasti su un ordine del giorno della maggioranza depositata a luglio 2012 riguardante i problemi del canile municipale. Sembrava più una interrogazione che un odg, anche perché l’assessore Folli ha risposto con un lungo elenco di interventi già eseguiti, dimostrando così l’inattualità della delibera (e poi non si capisce perché la maggioranza non riesca a sollecitare azioni da parte dei propri assessori senza dover a tutti i costi usare la ‘vetrina’ del Consiglio).
Consiglio del 6 giugno
Abbiamo iniziato con le interrogazioni del nostro capogruppo su temi che definirei di ‘alto profilo’: 1. perdita dei finanziamenti del progetto ZEC (installazione di colonnine di ricarica per le auto elettriche, 650mila euro); alla domanda ‘quali progetti per la mobilità a impatto zero’ l’assessore Folli ha risposto con l’abituale mantra ‘ci stiamo lavorando’ 2. la nuova gestione della cooperativa Prospettive dopo la chiusura della società partecipata Engioi; sui progetti per le politiche giovanili c’è preoccupazione per la continuità degli interventi e soprattutto per il mantenimento delle relazioni che gli operatori hanno costruito in anni di attività 3. nomina di Bagnacani nel CdA di Iren senza aver seguito il regolamento approvato dal Consiglio soltanto pochi mesi fa. Altri interventi hanno affrontato il tema delle autorizzazioni commerciali (Iotti) e i gravi problemi dell’Ospedale Vecchio che presenta infiltrazioni di acqua piovana (Vescovi).
E’ stata poi la volta della nostra mozione sulle Consulte di quartiere (o di circoscrizione). A questo testo il PD ha lavorato per alcuni mesi, organizzando incontri e consultando esperti; l’obiettivo era quello di colmare il vuoto lasciato dopo la soppressione dei Consigli di quartiere avvenuto circa due anni orsono, e ricostruire uno strumento efficace di partecipazione diretta e di decentramento. Sollecito chi fosse interessato alla lettura del testo che abbiamo proposto:
http://www.pdparma.it/binary_files/allegati/Mozione_Decentramento_02101.pdf
Prima del voto e della discussione in aula credevo fosse difficile criticare questa impostazione, ma mi sbagliavo. L’idea che ha ispirato il nostro documento era quella di togliere ‘potere’ ai partiti e alle forze politiche classiche per dare voce alle altre forme di aggregazione sociale presenti nel territorio; abbiamo dunque previsto la formula delle consulte, costituite principalmente dalle associazioni di volontariato, dal no profit, dalle associazioni di categoria più rappresentative e dagli altri enti attivi nei singoli quartieri; il tutto a costo zero, ma con ampia autonomia e libertà di analisi e di proposta nei confronti dell’amministrazione. La bocciatura della maggioranza cinquestelle è stata netta, ma a mio avviso decisamente ambigua e poco pulita. Sostanzialmente hanno dichiarato di essere d’accordo sul principio, ma di avere altre idee al riguardo; peccato che queste idee non siano mai state scritte né presentate né discusse né condivise. In realtà il M5S mostra di avere molto timore delle forme di partecipazione organizzata dei cittadini e preferisce dirigere e controllare direttamente la cosiddetta democrazia diretta; lo attesta il modo con cui hanno fino ad oggi gestito le assemblee di quartiere, nelle quali convocazione, scelta dei temi, conduzione del dibattito e conclusioni sono completamente nelle mani della giunta. Ritengo che l’amministrazione abbia il diritto di dialogare con i cittadini per motivare le proprie scelte e per acquisire pareri, ma i vecchi consigli di quartiere e le consulte da noi proposte sono tutt’altra cosa e hanno una valenza politica e sociale molto più profonda. Il vero tema è quello della partecipazione della città alle scelte delle forze politiche che la amministrano, e su questo la nostra distanza con il M5S evidentemente è grande. Questo movimento, a mio avviso, continua a presentare profonde ambiguità di visione politica, dimostrando di non aver ancora maturato un pensiero sufficiente per governare (e le azioni fino ad ora messe in atto in ambito nazionale credo che confermino questo mio giudizio). La nostra proposta era volutamente aperta, nel senso che abbiamo evitato di definire dettagli pratici per non indurre chiusure alla discussione e al confronto, ma purtroppo questa attenzione non è stata apprezzata né valorizzata. La mia delusione e frustrazione è decisamente alta, perché sono state sprecate ore di lavoro sottratte alla famiglia e al tempo libero di diverse persone. Ho poi ho avuto l’ulteriore conferma del potere assoluto che questa amministrazione riesce ad esercitare con i propri 20 voti rispetto ai 12 della minoranza; questo è l’effetto del premio di maggioranza, che garantisce ampia governabilità ma limita enormemente la possibilità di operare scelte condivise e di procedere con gli indispensabili compromessi (e per compromesso intendo la vecchia idea aristotelica argomentata nell’Etica Nicomachea).
La seduta si è chiusa con l’accesa discussione sul Polo socio-sanitario del quartiere S.Lazzaro-Lubiana che andrà a sostituire gli obsoleti locali di via Leonardo da Vinci. Questa è un’opera molto importante e necessaria; il dibattito ha riguardato la localizzazione dell’opera per evitare il consumo di suolo agricolo, ma altre soluzioni alternativa a via XXIV Maggio non sono percorribili in tempi utili al progetto. Il nostro gruppo ha quindi presentato un odg aggiuntivo proponendo di destinare i restanti spazi limitrofi al Polo (che arrivano fino a via Budellungo) a verde pubblico e a destinazione agricola come forma di compensazione al consumo di suolo. Il voto è stato unanime.
PS: per sostenere il morale e l’autostima, in questi giorni mi è stata recapita un’altra lettera anonima; questa volta il tema è la cittadinanza onoraria ai figli degli stranieri: mi si definisce “responsabile del disastro civile e della disintegrazione della identità e della civiltà del Paese”, e fino a qui è una lecita opinione, ma poi la missiva chiude con un fastidioso, e a mio avviso psicopatologico, “io vi maledico e che Dio vi perdoni”; vorrei poter dialogare direttamente con questo signore per spiegare che Dio perdona sempre e che forse non ama molto essere citato in un contesto di odio e di maledizione.