Tag

, , , , , , ,

E’ stata scritta nel 2000, adottata nel 2007, e inserita nel trattato di Lisbona nel 2009. Comprende 54 articoli divisi in 6 capitoli: Dignità, Libertà, Uguaglianza, Solidarietà, Cittadinanza, Giustizia.

Nel Preambolo si specifica che si tratta dei ‘valori comuni’ dell’UE e si riconosce il rispetto delle diversità delle culture e delle tradizioni dei popoli europei, oltre all’identità nazionale degli Stati membri. “Il godimento di questi diritti fa sorgere responsabilità e doveri nei confronti degli altri come della comunità umana e delle generazioni future”

Alcune dichiarazioni presenti nel documento posso sembrare scontate (come la proibizione della pena di morte, della tortura, della schiavitù), ma poiché in molte altre zone del pianeta rappresentano ancora un problema la loro esplicitazione può essere importante. Altre dichiarazioni invece hanno ancora bisogno di garanzie anche in Europa (come il divieto di fare del corpo fonte di lucro, il divieto di pratiche eugenetiche, il rispetto del consenso libero e informato).

E’ ben specificato il diritto a sposarsi e a farsi una famiglia (protetta sul piano giuridico, economico e sociale), il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione; la libertà di espressione, di riunione, di associazione, di istruzione. E’ riconosciuta l’obiezione di coscienza e la proprietà privata.

E’ anche specificato il diritto di asilo, l’equità lavorativa e il diritto di circolare e soggiornare liberamente  anche per i cittadini dei paesi terzi. E’ esplicitata la protezione dall’espulsione e dall’estradizione se mettono in pericolo la persona (ma su questo ci sarebbe da discutere). Si parla inoltre di tutela dell’ambiente secondo i principi dello ‘sviluppo sostenibile’.

E’ dichiarato il diritto all’assistenza sociale e abitativa, alle cure mediche, al congedo di maternità e a quello parentale. Sul tema del lavoro si cita il diritto alla tutela sindacale, alle ferie e al riposo, allo sciopero e ai contratti collettivi.

Per i bambini si cita il diritto a essere ascoltati e a considerare il loro interesse preminente, oltre al diritto di avere relazioni con entrambi i genitori; per i disabili si esplicita l’inserimento sociale e professionale, la partecipazione alla vita della comunità.

La parità tra uomini e donne deve riguardare anche la retribuzione e la carriera. E vietata qualsiasi forma di discriminazione (l’elenco di questo articolo 21 specifica bene le principali forme di discriminazione, comprese le tendenze sessuali e le opinioni politiche).

Sul diritto di voto è specificato che riguarda ogni cittadino, ma non è chiaro se deve essere applicato anche ai cittadini residenti e ai lavoratori in regola ma privi di cittadinanza.

Ritengo che questo documento espliciti bene e chiaramente i diritti (e gli eventuali divieti) che fondano il continente europeo. Di fatto ci si riferisce alle conquiste millenarie della storia europea dai greci in avanti, cristianesimo compreso (del Vangelo più che della storia della Chiesa), passando per la rivoluzione francese, ma anche dalle conquiste ottenute in Russia già dall’eliminazione dei servi della gleba nel 1800 o in Germania con le rivolte dei contadini nel ‘500. Nella costruzione dei principi della Carta si sente inoltre la reazione alle dittature del ‘900 e ai loro  effetti nefasti. In questo elenco non si riconoscono soltanto le vicende di secoli di storia, ma si sente anche molta della ‘cultura’ europea, intesa in senso lato (letteratura, arte, poesia, musica).

Quello che rimane aperto è come questi diritti vengono garantiti in tutti gli Stati membri. Su questo ritengo che ci sia ancora molto da lavorare, e forse troppo spesso nella Carta si fa riferimento ‘alle leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio’. Le differenze tra Stati in termini di regole e ordinamenti sono a mio avviso ancora troppo ampie.

La vera sfida per i prossimi anni riguarda l’applicazione di questi diritti, attraverso un percorso che renda più uniformi gli ordinamenti nazionali, limitando la discrezionalità dei singoli Stati e creando modelli vincolanti di buone pratiche. Su argomenti come quello dei diritti è facile fare demagogia o limitarsi a definire una cornice ideale. Il COME può diventare più importante del COSA.

Per questo ritengo che oggi ci sia bisogno di più Europa e meno Stati.