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Il bilancio di previsione 2014 è stato presentato nella seduta del 22 luglio, discusso il 24 e il 25, e votato il 29 dello stesso mese. Nella sua relazione l’assessore Ferretti ha difeso le scelte fatte, cercando di prevenire le possibili/probabili critiche: tempi di presentazione a luglio, visione ragionieristica, tanti/troppi tagli di spesa, molti soldi nel fondo rischi. Più che ‘motivazioni’ ha fornito ‘giustificazioni’. Nel suo intervento il sindaco ha evitato riferimenti agli aspetti tecnici del bilancio, preferendo criticare la minoranza che a suo parere non collabora sufficientemente alle scelte dell’ amministrazione. Il ritornello è sempre il medesimo: si sta cercando di risolvere i problemi ereditati dal recente passato, la maggior parte delle decisioni sono obbligate e inevitabili; le parole chiave che ha evidenziato sono ‘semplicità, sostenibilità, efficienza’ (ovvie ovvietà); il suo primo obiettivo ‘creare una città solidale e viva’. A nostro avviso invece questo è un bilancio di previsione di una città bloccata, senza sviluppo e priva di progetti significativi.

Nei due giorni a disposizione sono intervenuti tutti i consiglieri di minoranza e alcuni della maggioranza. Nei nostri interventi abbiamo evidenziato che l’impianto di questa manovra economica ricalca quello del 2013. In sintesi. Sul versante entrate abbiamo: tasse, tributi e rette dei servizi ai massimi consentiti (le rette degli asili nel 2013 hanno visto incrementi medi del 30% con punte superiori al 50%), risorse ottenute da fondi europei e dal recupero dell’evasione irrisorie, entrate straordinarie da sanzioni al codice della strada particolarmente elevate (11 milioni). Sul capitolo della spesa si mantengono le voci del 2013 che però avevano già visto tagli significativi; in pratica si rende ordinaria una situazione straordinaria. In particolare abbiamo criticato le cifre attribuite al welfare che negli ultimi 3 anni sono state ridotte di 8 milioni. Cenerentola del bilancio restano la cultura e la politica giovanile (cioè il futuro).

Il nostro gruppo ha presentato quattro proposte concrete: la riduzione delle spese di rappresentanza, la creazione di una struttura per la contabilità ambientale, l’incremento di risorse destinate all’ ASP Ad Personam, la riduzione delle tariffe delle mense scolastiche per le famiglie in difficoltà. Segnalo che il 23 luglio è stata discussa in commissione la situazione economica di Parma Infrastrutture. La situazione è drammatica, ci sono elevati debiti sia con i fornitori che con le banche. Si procederà con una graduale reinternalizzazione dei servizi, ma occorreranno parecchi anni per terminare l’operazione; dal prossimo anno i debiti di questa  società dovranno essere ripianati attingendo alle casse comunali. Il bilancio di questa società verrà approvato in Consiglio solo a settembre. Ad aggravare la situazione c’è anche una procedura di indagine della Finanza per irregolarità fiscali.

Nella seduta di Consiglio del 22 luglio è stato presentato anche il piano industriale di STT, l’altra partecipata del Comune gravata da debiti importanti (sono quasi 200 milioni); per questa società è previsto un piano di liquidazione che avrà costi elevati e che si preannuncia ad alto rischio (come evidenziato dagli stessi revisori dei conti). In ogni caso è tutto nelle mani delle banche, nonostante siano state impegnate azioni IREN per un valore di 52 milioni. In pratica, per saldare i debiti si fanno altri debiti. Resta la grande urgenza di avere un bilancio consolidato che permetta una visione di insieme della situazione debitoria; la consulenza affidata all’Università (e costata 20mila euro) per ora ha prodotto solo qualche semplice slide priva di contenuti significativi.

I nodi finanziari del nostro Comune sono ancora tutti da sciogliere e questa amministrazione non appare all’altezza del compito. Il risanamenti dei conti annunciato non c’è stato, il rilancio è per ora lontano e non è stata ancora fatta una reale ‘operazione verità’ che accerti le responsabilità. Nella recente relazione della Corte dei Conti viene chiesto di tenere alto il fondo rischi, evidentemente si ritengono ancora carenti le verifiche e le ricognizioni contabili. Abbiamo anche sottolineato che è mancata una condivisione di questo bilancio di previsione con i cittadini, le associazioni e gli altri enti attivi sul territorio. La partecipazione e la democrazia diretta per ora restano belle parole e facili promesse elettorali.

Dopo i due giorni dedicati agli interventi dei consiglieri, nella seduta del 29 luglio ci sono state le repliche del sindaco e dell’assessore al bilancio, e prima del voto, le dichiarazioni finali dei capigruppo. Tra le fila della maggioranza c’è stata la defezione del consigliere Nuzzo che ha espresso un voto di astensione; prima della sua dichiarazione di voto disgiunto, senza ancora aver ascoltato le motivazioni, il presidente Vagnozzi, venendo meno al suo ruolo, ha annunciato una procedura di espulsione dal gruppo di maggioranza. Lo consideriamo un atto grave, che rappresenta bene il livello di democrazia e di dialettica interna al M5S.

Nella sua replica l’assessore Ferretti ha mantenuto un atteggiamento insofferente alle critiche, attribuendo le responsabilità per l’attuale situazione alle passate amministrazioni e alla politica del governo nazionale. Ha inoltre minacciato di denunciare i consiglieri che hanno divulgato informazioni riservate su Parma Infrastrutture (in realtà i debiti di questa società condizionano pesantemente l’attuale bilancio). L’intervento del sindaco è stato più pacato e obiettivo del solito, con aperture di dialogo anche verso le forze politiche di opposizione…. Purtroppo non sono intervenuti gli altri assessori: avrebbero potuto commentare alcune delle osservazioni emerse durante i due giorni di confronto, approfondendo alcuni aspetti di dettaglio del loro settore di competenza. E’ stata un’altra occasione mancata.

Gli interventi dei capigruppo hanno sottolineato alcune critiche già emerse nei due giorni di discussione. Dall’Olio ha sottolineato la mancanza di trasparenza e di partecipazione dei cittadini (manca ancora una vera operazione ‘verità’ sui conti), il nodo delle partecipate e dei debiti legati ai loro bilanci, l’inesperienza amministrativa di questa giunta che viene pagata dalla città, l’assenza di prospettiva e di progetti importanti per gli anni a venire.

Segnalo che all’inizio della seduta del 29 luglio è stata approvata (con il nostro voto contrario) una delibera che stabilisce diverse alienazioni con l’unico scopo di fare cassa; purtroppo vengono messi in vendita edifici di grande valore sociale per i quartieri nei quali sono inseriti (la sede della cooperativa il Molinetto al Cavagnari, quella de La Bula in via Quarta, quella che ospita il Centro Famiglie in borgo S.Giuseppe). La stessa maggioranza ha espresso perplessità per questa decisione e tre consiglieri cinquestelle si sono astenuti (Nuzzo, Savani e Cacciatore).

I lavori del Consiglio riprenderanno a metà settembre. Ma la città è distratta.