Seduta interamente dedicata all’alluvione del 13 ottobre. Per l’occasione sono stati invitati una dozzina di esperti e responsabili di enti coinvolti. Nelle sei ore di dibattito ha prevalso l’analisi tecnica e il confronto si è mantenuto costruttivo e collaborativo. Soltanto negli interventi a fine seduta sono emerse le valutazioni politiche e dunque anche le critiche all’operato della giunta. Dalla disamina dei fatti è emerso chiaramente che non abbiamo avuto morti e feriti sia per l’impegno di alcuni operatori sia per una discreta dose di fortuna. La mancanza di un Piano d’Emergenza aggiornato ha rappresentato a nostro avviso una vulnerabilità importante, e su questo aspetto abbiamo sollecitato un intervento tempestivo. Se il sindaco vuole mantenere la delega per la protezione civile deve anche dimostrare di esserne all’altezza; la scarsa esperienza più che una scusante è un’aggravante, e su un tema come la sicurezza della popolazione non bastano l’impegno e il buon senso. L’analisi dettagliata di quel 13 ottobre ha mostrato l’eccezionalità e la velocità dell’evento, ma ha anche evidenziato la vulnerabilità del territorio e dell’organizzazione; per evitare altri episodi analoghi occorre procedere con interventi di prevenzione sugli argini e opere di manutenzione dei corsi d’acqua (per la costruzione della cassa sul Baganza occorreranno alcuni anni).
I tecnici hanno confermato che i cambiamenti climatici degli ultimi anni hanno alzato sensibilmente il rischio alluvione, e a questo deve aggiungersi una programmazione edilizia e viabilistica approssimativa e poco previdente. Oltre al Baganza, la città presenta altre zone con pericolo idrogeologico, in particolare i canali minori della parte nord del territorio; interventi decisi da anni sono ancora in attesa della fase attuativa. Per quanto riguarda la componente operativa occorre migliorare il monitoraggio dei livelli idrici e dei pluviometri (indispensabili per prendere velocemente decisioni di emergenza). Un’altra importante criticità dell’evento del 13 ottobre sono state le comunicazioni, sia quelle tra i diversi enti coinvolti sia quelle che dovevano essere fornite ai cittadini e alle strutture interessate. Nel passaggio dalla fase di attenzione (generica) a quella di allarme (più precisa e circoscritta) devono essere attivati protocolli operativi automatici, così da limitare al minimo rischi per le persone e danni per le cose.
E’ stato unanime l’apprezzamento della solidarietà popolare evidenziata nelle ore e nei giorni successivi all’alluvione. Il ringraziamento a quanti hanno lavorato con impegno e sacrificio deve essere riconosciuto ed enfatizzato pubblicamente. Nei nostri interventi abbiamo chiesto attenzione anche agli aspetti economici di coloro che hanno subito gravi danni, intervenendo anche con agevolazioni e sconti sulle utenze Iren (soprattutto relativamente ai consumi d’acqua). Il commissario regionale incaricato di gestire gli interventi di ricostruzione e di prevenzione ha rassicurato sullo stanziamento economico (sono 14 milioni, ma riguardano complessivamente i territori delle provincie di Parma e di Piacenza). Segnalo che per buona parte del dibattito la giunta è risultata assente in aula o con la presenza di 1-2 assessori; riteniamo che un tema come questo richiedeva maggiore partecipazione e interesse da parte dell’amministrazione.