La Società Italiana di Pediatria ha reso noto i dati dell’indagine su “Abitudini e stili di vita degli adolescenti” giunta alla 16° edizione. E’ stato valutato un campione rappresentativo di 2100 ragazzi e ragazze frequentanti la terza media. Lo studio completo, con il relativo commento dei dati, è scaricabile al seguente link: http://sip.it/wp-content/uploads/2010/05/Generazione-I-like-Commento-Indagine-2013-2014.pdf.
Alcuni dati della ricerca confermano quanto già rilevato negli anni scorsi:
- poca fiducia sul futuro e sulla possibilità di trovare un lavoro dopo gli studi (65%)
- scarsa attività sportiva (il 40% non fa sport al di fuori dell’orario scolastico)
- poca pratica della lettura (il 25% non ha letto libri nell’ultimo anno, il 38% ne ha letto 1-2)
- comportamenti a rischio (il 28% ha fumato sigarette, il 7% ha utilizzato cannabis, il 45% ha consumato vino e birra, il 23% ha assunto sporadicamente super alcolici)
L’indagine ha confermato che le persone di cui i ragazzi si fidano maggiormente sono i genitori (93%), seguiti dagli insegnanti (70%) e dalle forze dell’ordine (63%); poca fiducia viene riposta nei politici, nei giornalisti, nei giudici.
Queste sono ovviamente medie; sono presenti differenze di genere e variazioni tra i piccoli comuni e i grossi centri urbani.
Le vere novità dell’indagine di quest’anno riguardano l’uso dei social network e il tipo di supporto impiegato:
- l’uso quotidiano di internet è raddoppiato in soli sei anni (dal 42% del 2008 all’81% attuale)
- il social network oggi più diffuso è WhatsApp (81%), che ha superato Facebook (75%), Instagram (42%) e Twitter (23%)
- il 35% dei ragazzi si connette prima di addormentarsi e il 12% anche appena sveglio (solo due anni fa, nel 2012, queste percentuali erano rispettivamente il 21% e il 2.6%)
- il 60% ritiene internet irrinunciabile
- il 23% ha riferito che con internet si sente meno solo
- il 15% dichiara di sentirsi male quando non può collegarsi
Il dato più rilevante dell’indagine riguarda lo strumento con il quale i ragazzi si collegano a internet: il 93% utilizza lo smartphone (nel 2012 erano il 65%). Il passaggio dal PC agli smartphone impedisce ai genitori e ad altri adulti ogni forma di controllo (sia qualitativo che quantitativo); in pratica i ragazzi si trovano a dover acquisire autonomamente un minimo di maturità e capacità critica per non rimanere schiavi di uno strumento così complesso e difficile da controllare.
La prima conseguenza negativa di un uso completamente libero di internet riguarda i comportamento a rischio: il 15% dei ragazzi dichiara di aver postato selfie provocanti (e il 48% ha riferito di avere amici che l’hanno fatto), il 17% ha inviato foto a uno sconosciuto, il 25% ha rivelato la scuola frequentata a uno sconosciuto, il 5% ha ricevuto proposte di sesso online. E’ consolante sapere che l’81% di loro è consapevole che internet può essere ‘molto pericoloso’. I comportamenti maggiormente a rischio sono risultati correlati a un uso intensivo di 3 o più social.
Il 31% ha dichiarato di aver subito episodi di cyberbullismo (insulti, minacce, persecuzioni), nel 15% dei casi con foto o filmati pubblicati allo scopo di offendere. Il 60% si è difeso da solo, senza coinvolgere un adulto (solo il 16% ha chiesto aiuto); in pratica risulta che nell’85% dei casi gli episodi di cyberbullismo restano nascosti agli adulti (ma per un ragazzo far emergere la persecuzione via internet vorrebbe dire rendere nota la propria vita virtuale sui social).
Un ulteriore e preoccupante ‘effetto collaterale’ dell’uso libero di internet è quello del gioco d’azzardo online. Nonostante si tratti di una pratica vietata ai minorenni, il 13% ha dichiarato di aver giocato (se consideriamo solo i maschi saliamo al 17%), e il 32% è orientato a ripetere l’esperienza. E’ utile sapere che molti siti offrono fiches di benvenuto gratuite e ammettono diversi sistemi di pagamento.
La buona notizia è che in pochi anni è crollato il tempo passato davanti alla TV, che viene vista in maniera più limitata e mirata.
In conclusione, se i nostri giovani adolescenti (parliamo di ragazzi/e di terza media) sono sempre più liberi e autonomi, sganciati da limiti e controlli, è necessario incrementare le loro capacità critiche e le loro abilità di autogestione e autoregolazione. Resta solo da definire a chi spetta questo impegnativo e innovativo compito educativo…..
L’ha ribloggato su Emozioni-amo.
L’ha ribloggato su PsicologiaTorino-dott.ssaManuelaVecerae ha commentato:
chi sono i nuovi adolescenti? profilo aggiornato della società italiana di pediatria
Ciao! Penso che il compito di dare e creare consapevolezza su internet, i suoi pericoli (ma anche le opportunità che offre) sia compito sia dei genitori stessi che dovrebbero rimanere aggiornati sulle nuove tecnologie, sia delle scuole, creando programmi e educazione a riguardo, fin dalle elementari. So che ci sono dei bei progetti che la Polizia Postale attua insieme alle scuole ma si tratta ancora di un numero limitato, non presente su tutto il territorio. Una maggiore informazione e consapevolezza sarebbe sicuramente più utile nel creare un senso critico nei giovani (e negli adulti).