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Dopo mesi di pandemia sono numerosi gli articoli che trattano di numeri e strategie, lockdown e distanze raccomandate, effetti economici e sociali a medio e lungo termine. Ho letto però poche riflessioni sul perché tutto questo è avvenuto, su come avremmo potuto evitarlo e su cosa dovremo aspettarci in futuro. Insomma molto sul ‘dito’ che indica la ‘luna’….. Provo a fare alcune riflessioni, riassumendo quanto ho letto e conosco sull’argomento, premettendo che non sono né un virologo né un infettivologo.
- Sappiamo che questa epidemia è stata provocata da un virus a RNA, cioè un microrganismo facilmente mutabile e altamente adattabile, presente sul pianeta molto ma molto prima della nostra comparsa
- Virus a RNA che hanno fatto ingenti danni negli ultimi decenni ce ne sono tanti, per citare i più famosi: AIDS e Spagnola, che hanno fatto rispettivamente 30 e 50 milioni di morti; ma anche le più recenti epidemie di Aviaria del ’57 e del ’68 non sono state leggere (2 milioni di morti la prima e 1 milione la seconda)
- Si tratta in tutti i casi di zoonosi, cioè infezioni trasmesse all’uomo da altri animali, che a un certo punto fanno il cosiddetto ‘salto di specie’ (ma su questo punto torneremo più avanti). Epidemie zoonotiche negli ultimi anni ne abbiamo avute una decina, praticamente una ogni 5 anni: Marburg, Lassa, Ebola, HIV 1 e 2, Hendra , Febbre del Nilo, Sars e Mers; queste ultime due ben note a tutti. Alcune di queste hanno avuto una altissima mortalità (come Ebola), anche se il numero totale delle vittime è stato ‘soltanto’ di poche centinaia di casi (la Sars del 2003 ha avuto una letalità del 10%, ma ha fatto ‘solo’ 770 vittime)
- Abbiamo scoperto che esperti virologi si aspettavano da tempo una grande pandemia, e temevano proprio una zoonosi da virus a RNA come quella da Coronavirus (e qualcuno puntava il dito proprio sui mercati di animali selvatici della Cina meridionale). Le loro previsioni erano però ancora più catastrofiche, perché l’atteso era di diversi milioni di morti. Chi ha letto il bel libro di David Quammen ‘Spillover’, scritto nel 2012 dopo sei anni di ricerche e interviste, potrà meravigliarsi (oggi) di trovare una frase come questa: ‘la prossima grande epidemia quando arriverà si conformerà al modello perverso dell’influenza, con alta infettività prima dell’insorgenza dei sintomi. In questo caso si sposterà da una città all’altra sulle ali degli aerei, come un angelo della morte’.
- Ma perché avvengono le epidemie zoonotiche? La domanda è fondamentale, perché dal tipo di risposta possono derivare rilevanti effetti sul nostro stile di vita. Premesso che tutti i parassiti hanno interesse a vivere in armonia con il loro ospite (soprattutto i virus), una visione ‘ecologica ed evolutiva’ della virologia sostiene che l’equilibrio tra virus e ospite è possibile soltanto se il contesto ambientale resta stabile. Peccato che la nostra specie invece ha modificato in maniera esponenziale l’ambiente nel quale viviamo, come se fossimo gli unici abitanti del pianeta.
- Per rispondere alla domanda del punto 5 è necessario sapere che esistono animali ‘serbatoio’ dei virus (di solito si tratta di specie selvatiche, le più importanti sono i pipistrelli, i topi, le scimmie) e animali intermedi detti di ‘amplificazione’ (di solito animali di allevamento come maiali, polli, ma anche cavalli). Va tutto bene quando l’ospite è tranquillo e vive in simbiosi con i suoi parassiti, come i pipistrelli che vivono in pace sul pianeta da 50 milioni di anni (sono oltre 1000 specie diverse, vivono a lungo in grandi comunità e si spostano per grandi distanze); quando l’habitat però viene stravolto, soprattutto con azioni di ampia deforestazione e consumo di suolo, questi animali si urbanizzano e si mescolano agli altri animali da allevamento di cui ci cibiamo. Detto in modo molto rozzo: si realizza il salto di specie, e se il virus è abile si crea una bella epidemia, se è molto abile, cioè uccide poco e contagia tanto e velocemente, si realizza una pandemia.
- Con il nostro stile di vita moderno alteriamo l’ambiente in modo rapido e significativo, sfrattiamo specie selvatiche senza chiedere loro il permesso, ci alimentiamo con animali da allevamento intensivo, creiamo le condizioni per sviluppare nuove zoonosi (alle vecchie come il morbillo ci siamo ormai abbastanza immunizzati); poiché siamo tutti suscettibili a nuovi virus, potenzialmente rappresentiamo più di 7 miliardi di ospiti, che però non stanno fermi, ma si spostano in poche ore da un continente all’altro, contagiando altre persone che a loro volta si spostano per altre lontane destinazioni. Il virus ringrazia e prosegue con il lavoro per il quale si è evoluto. Ma forse, se lo lasciavamo stare, lui ci avrebbe volentieri evitato tanto trambusto.
- Il problema è che le zoonosi negli ultimi 50anni sono aumentate e l’ultima è risultata una grave pandemia, in grado di mettere in ginocchio l’intera attività della nostra specie. Questa volta però è andata bene, perché la letalità non è alta, in teoria la prossima potrebbe essere peggio. E’ però evidente che la causa del nostro male siamo noi stessi e che l’attuale stile di vita è sostenibile per un po’, ma poi occorre pagarne il prezzo. Il futuro resta comunque ancora nelle nostre mani, Siamo noi a dover decidere fino a che punto volgiamo accettare le conseguenze della nostra libertà e del nostro egoismo. Le altre specie viventi se ne stanno pazientemente ad aspettare per vedere cosa decidiamo di fare.
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