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Tra le novità di questo nuovo anno dobbiamo mettere anche il congedo di paternità obbligatorio.

Come è noto, per le mamme la legge prevede l’astensione dal lavoro nei 2 mesi prima del parto e nei 3 mesi successivi.

A livello europeo anche la figura paterna è da tempo formalmente e legalmente inserita in quel progetto di vita che parte con la nascita di un figlio. In Francia, Gran Bretagna e Danimarca i padri hanno l’obbligo di astenersi dal lavoro per due settimane, in Svezia e Norvegia rispettivamente 2 e 3 mesi.

L’obligo nasce dal considerare il ruolo genitoriale prioritario sia per la famiglia che per la società, infatti in questo tipo di congedo è previsto il mantenimento della regolare retribuzione (senza cioè le decurtazioni previste per gli altri congedi parentali facoltativi).

Da tempo l’UE chiedeva che anche in Italia si legiferasse per sostenere e promuovere la paternità. Ci ha finalmente pensato il ministro Fornero all’interno della cosiddetta legge di riforma del mercato del lavoro. Purtroppo però anche in questa occasione ne è uscito il solito pasticcio all’italiana: si è partiti dai 15 giorni della media europea e si è scesi fino ad un triste e ridicolo ‘un giorno’.

Il paradosso è ancora più evidente se consideriamo che il medesimo padre a cui viene concesso 1 giorno per la nascita del figlio se ne vedrà concedere ben 3 per il funerale di un congiunto.

La legge Fornero ha anche il coraggio di motivare questa giornata senza lavoro; lo scopo infatti è quello di “sostenere la genitorialità, promuovendo una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli all’interno della coppia e per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.

Mi è sinceramente piuttosto difficile riuscire a correlare l’obiettivo con lo strumento.

Comunque non preoccupiamoci troppo, perchè questa norma è transitoria, nel senso che, come specifica la legge, essa è sperimentale per il triennio 2013-2015. Immagino che verrà confermata solo se alla fine della sperimentazione questa giornata avrà dimostrato di modificare positivamente ‘la condivisione dei compiti di cura dei figli all’interno della coppia’.

E poi si scrivono articoli e documenti per rispondere alla grave domanda: ‘perchè in Italia abbiamo uno dei più bassi tassi di natalità del mondo?’….

PS: Per chi è interessato al tema riporto il link ad una mia recente intervista: