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C’era grande attesa per questa seduta. All’ordine del giorno il servizio integrativo scolastico per l’assistenza ai bambini disabili, problema iniziato a novembre 2014 dopo il ritiro del bando di gara da parte dell’assessore Rossi. In questi mesi ci sono state manifestazioni di protesta e raccolta di firme da parte dei genitori (riuniti in comitato), degli educatori, dei dirigenti scolastici e dei rappresentanti dei consigli di istituto, e poche settimane fa c’è stata la fiaccolata di oltre duemila cittadini arrabbiati e preoccupati. Mentre i media locali hanno sempre dato ampio risalto a questo problema, i passaggi politici ufficiali sono stati invece pochi e sempre sollecitati da noi della minoranza: il tema fino ad ora è stato discusso in consiglio comunale soltanto a seguito di due comunicazioni, una del sottoscritto e l’altra del consigliere Vescovi;  successivamente, il 4 aprile, durante una tumultuosa commissione (ancora una volta richiesta dalla minoranza) abbiamo presentato una mozione con la richiesta di procedere con un bando triennale, garantendo le risorse in base al fabbisogno (cioè le ore di PEI, progetto educativo individualizzato).

In questa seduta, oltre alla nostra proposta, è stata presentata dalla maggioranza cinquestelle una mozione alternativa che riprende molti dei punti già presenti nella nostra, ma si chiede di erogare il servizio “compatibilmente con le risorse a bilancio disponibili”; si lascia inoltre aperta la possibilità di procedere con il sistema di accreditamento anziché un bando di gara. In pratica la maggioranza propone di lasciare alla giunta ampia discrezionalità, evitando di dare indicazioni precise sulle priorità politiche e sui mezzi più efficaci per l’erogazione del servizio. Durante la presentazione della proposta, a opera della consigliera Ageno, la reazione dei genitori e degli educatori è stata violenta e di forte impatto emotivo; è esplosa tutta la rabbia accumulata in mesi di contrapposizione, aggravata dalla frustrazione di non essere veramente ascoltati e considerati. Nei nostri interventi iniziali abbiamo evidenziato come il tema dei bambini con disabilità non possa essere gestito come una qualunque voce di bilancio: occorrono priorità chiare e scelte politiche coerenti (il programma elettorale del M5S su questo tema riportava affermazioni e promesse del tutto differenti da quanto messo in atto in questi ultimi mesi).

Nei primi interventi della maggioranza dei consiglieri Savani e Nuzzo si è percepito un profondo disagio per il clima di contrapposizione sociale creatosi in questi mesi; è apparso evidente un calo di fiducia nelle modalità con le quali l’assessore Rossi ha gestito questa delicata tematica. Dai nostri banchi si osservava una maggioranza in crisi, che sentiva forte il senso di responsabilità per le decisioni da prendere, e abbiamo intuito che c’era la disponibilità per un compromesso; da parte nostra inoltre volevamo assolutamente giungere a una soluzione che ponesse fine alle pene delle famiglie. Per la prima volta dall’inizio del mandato la giunta (Pizzarotti e Rossi, gli unici presenti) è stata a guardare, mentre maggioranza e minoranza si sono confrontate alla pari con una reciproca e inedita disponibilità a cedere qualcosa per giungere a una soluzione condivisa. Ritirare entrambe le mozioni e costruirne (in tempo reale) una comune sembrava una follia o un miracolo, ma è esattamente quello che abbiamo fatto. Ha prevalso la ragione e il sentimento: si è concordato che la gara (di 1 anno più 1) era la formula che dava maggiore garanzia di controllo del servizio e che il fabbisogno di ore di educatore andava per ora garantito. Le risorse le troveremo perché la volontà politica per coprire questa voce del welfare ha prevalso su ogni altro calcolo contabile. Mario Tommasini oggi sarebbe orgoglioso di noi. Per me è stata la prima vera soddisfazione dopo tre anni di impegno politico.