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Consiglio Comunale del 10  settembre 2013

Questa prima seduta dopo la pausa estiva è stata particolarmente deludente. La maggior parte delle delibere presentate sono state votate all’unanimità, e questo significa che erano o banali o scontate. Si tratta delle cosiddette ‘prese d’atto’, generalmente inserite in protocolli più ampi o in convenzioni con altri enti. Quando manca la scelta, diventa inutile il dibattito e il confronto (resta soltanto l’utilità di condividere percorsi e argomenti), e il ‘sugo’ della politica è del tutto perso. Forse certi argomenti andrebbero portati solo in commissione per un esame tecnico. Per coerenza con questa visione critica non ritengo utile neppure relazionare sui temi trattati.

Devo invece riferire della prima parte della seduta dove c’è stato un acceso confronto in merito alle dichiarazioni di Grillo sul Prosciutto di Parma DOC (cioè a Diossina di Origine Controllata). L’intervento di Ubaldi è stato forte e deciso; ha parlato di  ‘un buffone che non sa che cosa dice’ e di un sindaco che tace e non difende la città da un attacco grave e pericoloso. Contro le mie aspettative diversi membri della maggioranza hanno difeso le dichiarazioni del Capo e lo stesso sindaco ha minimizzato dicendo che c’è stata strumentalizzazione politica. Nel suo intervento il nostro capogruppo Dall’Olio ha ribadito quanto già scritto nel comunicato stampa dei giorni scorsi: o Grillo dice il falso, e dunque l’amministrazione deve smentirlo, oppure, se davvero sono presenti obiettivi pericoli per la salute della popolazione, il sindaco deve chiudere l’impianto in qualità di massima autorità sanitaria. Proprio in questi giorni sotto i portici del Grano è allestita la mostra per i 50anni del marchio del nostro prosciutto (esportato all’estero per il 75% della produzione). Qualche contraddizione in tutto questo mi sembra piuttosto palese.

Consiglio Comunale del 17 settembre 2013

Questa seduta è stata, a mio avviso, interessante e produttiva.

Mi limiterò a riferire di due delibere importanti: il registro sul testamento biologico e la concessione della civica cittadinanza. Entrambe queste proposte sono opera della minoranza (la prima del consigliere Manno, la seconda del sottoscritto) ed entrambe sono state analizzate e discusse in commissione prima di arrivare al voto in Consiglio.

Il titolo ‘testamento biologico’ rischia di creare confusione e timore, oppure di indurre strumentalizzazioni ideologiche (come ha fatto in aula il consigliere Pellacini che ha costruito il proprio intervento parlando di eutanasia, che è tutt’altro). Il titolo giusto è ‘dichiarazione anticipata di volontà’, si tratta cioè di uno scritto assolutamente riservato, il cui contenuto è noto solo al sottoscrittore e al fiduciario individuato, che viene depositato per un eventuale utilizzo futuro. Come per molti altri temi discussi in questi mesi, anche questo si inserisce su un grave vuoto della legislazione nazionale che dopo anni di dibattito non ha prodotto alcuna norma o regolamento. Il registro comunale istituito ieri è semplicemente uno strumento attraverso il quale, un paziente con una perdita di coscienza permanente e irreversibile, può far conoscere ai medici che l’hanno in cura le proprie volontà o il nome di colui che conosce queste volontà. Non c’entra nulla l’eutanasia, e neppure le questioni etiche di fine vita. Stiamo parlando di consenso ai trattamenti medici nel momento in cui sono possibili opzioni e occorre decidere un percorso di cure. Nel dibattito in aula è stato citato l’accanimento terapeutico, in effetti il rischio di cure inutili o eccessive (o che producono semplicemente un prolungamento dell’agonia e della sofferenza) si verifica proprio in assenza di decisioni, quando il medico nel dubbio o per paura di contenziosi, mette in atto tutti gli strumenti che la scienza gli fornisce, senza nessun tipo di personalizzazione dell’assistenza o senza preoccuparsi delle volontà del paziente. Abbiamo concordato che Comune e Azienda Sanitaria dovranno informare con molta attenzione i cittadini sul significato di questo strumento, per evitare confusioni o false aspettative.

La delibera sulla cittadinanza civica nasce da una mia proposta dell’estate scorsa che vuole sollecitare il Parlamento a rivedere l’attuale legge sul diritto di cittadinanza (come richiesto dalla UE, dall’ONU, dall’Unicef, dalla CEI), perché la nostra legislazione su questa materia è attualmente la più restrittiva d’Europa. Dal 2008 numerose proposte di legge sono passate in commissione alla Camera senza riuscire a concretizzarsi, nonostante un’ampia convergenza parlamentare (in pratica veramente contraria è solo la Lega). Nel 2012 sono state depositate due proposte di legge di iniziativa popolare, corredate da oltre centomila firme: una chiede di concedere la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri con regolare residenza da alcun anni (il cosiddetto ius soli temperato), l’altra propone il diritto di voto amministrativo agli stranieri presenti legalmente in Italia da almeno cinque anni. I nati nel nostro Comune senza cittadinanza sono quasi 500 ogni anno (28% del totale), mentre gli adulti regolari sono 22.500 (cioè il 13% delle popolazione attiva); queste cifre ovviamente non comprendono i clandestini e gli irregolari. In attesa che il Parlamento riesca a legiferare su questa materia, il nostro Comune con il voto di ieri ha deciso di aderire ufficialmente alla campagna ‘L’Italia sono anch’io’ (promossa dall’ANCI e da 18 associazioni nazionali) e di conferire la cittadinanza civica ai bambini nati a Parma da genitori stranieri e residenti da almeno cinque anni sul territorio nazionale. Questo riconoscimento è purtroppo solo simbolico, ma sta a significare che Parma si unisce agli altri 160 Comuni italiani che ritengono urgente modificare l’attuale legislazione. I consiglieri di centrodestra hanno votato contro e hanno parlato di ‘perdita di tempo’, dal gruppo di maggioranza invece abbiamo ascoltato interventi onesti, aperti e sensibili al tema dei diritti. Nella nostra città è da poco attivo il Centro Interculturale che include circa 50 associazioni motivate e attive per migliorare la coesione e l’integrazione sociale della nostra comunità. In gioco c’è il futuro della prossima generazione di parmigiani.

Per chi desidera approfondire segnalo il testo del nostro odg approvato ieri

https://allevolta.net/2013/09/19/litalia-sono-anchio/

e due miei articolo sul tema della cittadinanza

https://allevolta.net/2012/12/26/litaliasonoanchio-per-una-nuova-cittadinanza/

https://allevolta.net/2013/02/15/gli-immigrati-in-italia/

Mi piace terminare questo resoconto con un brano tratto dal tema di Lamiaa, una bambina di 11 anni di Reggio Emilia: “Non chiamatemi straniera o immigrata. A voi la scelta: potete chiamarmi italo-araba o italo-marocchina, ma non sono affatto straniera. I miei genitori tanti anni fa hanno scelto di immigrare e sono venuti in Italia. Ma io non ho mai immigrato, sono nata in Italia, per cui mi sento italiana. Non so con quale percentuale però lo sono, perchè lo sento dentro di me e lo credo. Sento come se il Marocco fosse mio papà e l’Italia la mia mamma e nessuno potrebbe togliermi dal cuore uno dei due”.