
Esattamente 50anni fa Daniel Cohn-Bendit e compagni occuparono la Sorbona, dando inizio alle proteste del ’68 che cambiarono radicalmente i paradigmi e i riferimenti tradizionali della società occidentale.
Credo che i motivi che hanno innescato quella protesta siano tornati attuali e pressanti. Oggi come allora non sono più facilmente identificabili riferimenti e valori chiari: crisi della rappresentanza politica, relativismo e ambiguità delle idee, aumento delle diseguaglianze, conflitto generazionale, frammentazione sociale, integrazione parziale e precaria.
Chi ha lavoro e benefit se li tiene stretti egoisticamente; i giovani non possono progettare né sognare un futuro degno di questo nome. Dopo 50anni credo che la nuova generazione debba riprendere l’iniziativa, decidere su quali valori scommettere e dare avvio a un periodo di impegno diretto e personale.
I ventenni di oggi non possono sentirsi rappresentati dalle idee degli attuali politici populisti europei, e spetta a loro inventare nuovi paradigmi, con la creatività e la novità che la mia generazione non può neppure immaginare. Come fecero quei giovani nel ’68, che trascinarono e infiammarono operai, intellettuali e movimenti politici.
Mezzo secolo fa si provò a cambiare visione, in parte l’operazione funzionò. Oggi la crisi economica è diventata crisi sociale, e per uscirne è urgente un nuovo drastico cambio di rotta. I tempi sono maturi. Giovani dove siete? Se non ora quando?